Universa Universis Patavina Libertas
Il giovane medico ha bisogno di contare su una formazione completa nella quale discipline precliniche e cliniche formano un quadro coerente ed approfondito. Necessita di una formazione integrata che lo supporti anche nell’acquisizione di competenze trasversali, tecnologiche, informatiche e comunicative
Palù
Il giovane medico deve acquisire approfondite conoscenze delle materie di base che sono propedeutiche sia alla formazione specifica e specialistica in ambito clinico sia ad un orientamento nell’ambito della ricerca. Deve disporre di adeguati laboratori per quanto riguarda gli insegnamenti pre-clinici e di un tempo sufficiente, negli ultimi anni, per poter traslare le conoscenze nell’attività clinica pratica
Zanon
(…) oggigiorno i fabbisogni formativi di un giovane medico sono continui e variegati. Infatti diverse esigenze, dalle gestionali alle medico-legali, impongono un aggiornamento continuo indipendentemente dalla branca specialistica che si è deciso di perseguire
Iliceto
Un buon medico oggi deve avere conoscenze molto ampie che devono spaziare da quelle cliniche alla biologia molecolare
Patarnello
La professionalità del medico è sempre più imperniata su una solida base di ricerca scientifica. L’avanzamento delle conoscenze molecolari e cellulari aumenta la comprensione dei processi patologici, riscrivendo continuamente l’inquadramento nosografico, la patogenesi e gli approcci terapeutici delle patologie umane. Per questo motivo, una solida comprensione della ricerca scientifica e dei suoi avanzamenti è un bagaglio irrinunciabile del medico moderno
Rizzuto
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La rubrica dedicata alla Formazione universitaria vede protagonista l’Università degli studi di Padova.
Ateneo fra i più prestigiosi e antichi d’Italia, l’Università di Padova vede la nascita nel 1222, data in cui fu fondata da un gruppo di professori e studenti migrati dall’Università di Bologna in quanto alla ricerca di maggiore libertà accademica.
Nata in origine come Universitas Iurista per gli insegnamenti di diritto canonico e diritto civile, l’ateneo intraprese l’insegnamento della medicina e della arti attorno al 1250 fino a quando, dopo più di un secolo, l’Universitas Artistarum diventò del tutto indipendente distaccandosi in una sede propria, con gli stessi diritti e privilegi dell’originale ma con un Rettore diverso.
È agli inizi del Trecento che l’Università di Padova raggiunse uno dei suoi periodi di massimo splendore, tanto che docenti di tutta Europa la scelsero come meta. Questi ultimi venivano pagati inizialmente da collette messe insieme dagli studenti, i quali, oltre a scegliere i docenti stessi, eleggevano il rettore, approvavano gli statuti e si occupavano della stesura dell’elenco delle cattedre da attivare. Un esempio di potere e democrazia dal basso che durò fino alla fine del Trecento, quando la famiglia dei Carraresi inizio a modificare tale situazione introducendo una personale politica delle cattedre.
D'altronde il motto dell’Università “Universa Universis Patavino Libertas”, ossia” Tutta intera, per tutti, la libertà nell’Università di Padova” vuole rappresentare e ricordare proprio la grande libertà di pensiero conferita a docenti e studenti che l’ha storicamente caratterizzata.
Nel corso degli anni a seguire le scuole sparse in diverse contrade della città confluirono in un unico blocco di edifici, fra i quali Palazzo Bo, ancora oggi sede centrale dell’Università.
Alla seconda metà del Settecento risalgono una serie di riforme sul piano didattico e la creazione di nuove cattedre anche in campo medico, mentre per la scuola di Farmacia si dovette attendere fino al 1874.
Dalla data della sua fondazione, questo ateneo vanta tra le file dei suoi collaboratori personalità prestigiose sia italiane come europee, fra le quali Leon Battista Alberti, Galileo Galilei, Niccolò Copernico, Pietro Martire Vermigli e molti altri. Ulteriore motivo d’orgoglio è senz’altro l’essere stata all’avanguardia nei tempi: infatti fu la prima Università al mondo ad avere insignito di un titolo accademico una donna, Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, nel 1678.
Il logo dell’Istituto raffigura i patroni delle due distinte Università: il Cristo Risorto, protettore dei medici, il cui compito è di rimettere in salute i corpi malati, e Santa Caterina D’Alessandria rappresentante dei giuristi, in quanto secondo la tradizione si difese da sola nel processo che affrontò prima di subire il martirio e per il quale stupì tutti con la sua eloquenza.
Attualmente, a seguito della Riforma Gelmini, l’Università vive una fase di profondo rinnovamento che vede la soppressione delle Facoltà e l’affidamento della didattica ai Dipartimenti.
In questo numero ForumECM approfondisce caratteristiche, mission ed offerta di cinque dei dieci Dipartimenti operanti in ambito sanitario nell’Università degli studi di Padova, intervistandone i direttori.
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gennaio 2013