ALTA FORMAZIONE

Interview

 

 

Università Sapienza di Roma


 

Le tematiche più richieste variano con il tempo. Anche durante le nove edizioni trascorse del Master ho potuto assistere ad una evoluzione degli interessi della platea. Questa variazione naturalmente riflette l’evoluzione scientifico-tecnologica dell’area biomedica

 

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Dipartimento di Scienze Biochimiche

piazzale Aldo Moro, 5

00185 Roma (RM)

 

tel. 06 4991 7574

fax 06 4991 7566

 

stefano.pascarella@uniroma1.it www.uniroma1.it

 

       

    Prof. Stefano Pascarella

    Direttore Master

     

    ForumECM ha posto alcune domande a Stefano Pascarella, Docente di Bioinformatica e Chimica Biologica all’Università Sapienza di Roma e Direttore del Master in "Bioinformatica: Applicazioni Biomediche e Farmaceutiche", in merito ai principali fabbisogni formativi del professionista sanitario nel post-laurea, agli argomenti maggiormente richiesti e ai punti di forza del Master da lui diretto.

     

    Sulla base dell’esperienza da lei maturata quali pensa siano i principali fabbisogni formativi del professionista sanitario nel post-laurea?

     

    Facendo riferimento a quanto ho potuto costatare durante la mia attività di docente prima e di Direttore del Master dopo, posso dire che le persone provenienti da contesti lavorativi di tipo biomedico, orientati alla ricerca e/o alla clinica, hanno sovente l’esigenza di acquisire conoscenze sull’uso delle principali metodologie bioinformatiche per l’analisi e il confronto di sequenze amminoacidiche o nucleotidiche.

    Tali competenze, pur necessarie, spesso mancano nel laboratorio di provenienza anche perché talora i corsi di laurea dell’area biomedica/biotecnologica non offrono insegnamenti che coprono adeguatamente le tematiche bioinformatiche.

     

    Da una valutazione a posteriori, posso dire che molte di queste persone hanno tratto giovamento dalla frequenza del Master sia in termini di carriera sia di crescita e inserimento professionale.

     

    Quali sono i punti di forza del Master in Bioinformatica: Applicazioni biomediche e farmaceutiche di cui è Direttore?

     

    Oltre ad essere ospitato in uno degli Atenei più prestigiosi del nostro Paese, credo di poter dire che i maggiori punti di forza del nostro Master risiedano non solo nella presenza di un qualificato e disponibile corpo docente affiancato da giovani e bravi collaboratori e nel fatto che la didattica abbia un taglio prettamente teorico-pratico grazie anche alla disponibilità di un’aula informatizzata messa a disposizione dal Dipartimento di Scienze Biochimiche che gestisce il Master, ma anche nell’attenzione rivolta al percorso formativo di ogni singolo studente e nella possibilità di stabilire un rapporto diretto con i docenti grazie al fatto che il corso ammette un numero massimo di 15 iscritti.

     

    Purtroppo, l’attuale situazione di crisi dell’Università e del Paese intero, che presumibilmente permarrà anche nell’immediato futuro, mette a rischio il mantenimento del livello qualitativo o addirittura la sopravvivenza di simili iniziative didattico-scientifiche.

     

    In base alla sua esperienza quali sono le tematiche/aree formative più richieste nel campo dell’alta formazione in sanità?

     

    Le tematiche più richieste variano con il tempo. Anche durante le nove edizioni trascorse del Master ho potuto assistere ad una evoluzione degli interessi della platea. Questa variazione naturalmente riflette l’evoluzione scientifico-tecnologica dell’area biomedica. Sebbene permanga una significativa minoranza interessata ai temi più classici di bioinformatica e bioinformatica strutturale direi che, oggi, moltissimi richiedono di acquisire conoscenze sull’analisi di dati da Next Generation Sequencing (NGS). Alcuni sono interessati anche ad apprendere i primi rudimenti dei linguaggi di programmazione e in questo momento Python è quello tra i più diffusi in ambito bioinformatico. In ogni caso il nostro Master vuole dare una panoramica generale e di base della bioinformatica nelle sue diverse sfaccettature, a formare un punto di partenza dal quale ciascuno potrà poi sviluppare autonomamente il proprio percorso scientifico-professionale. Voglio inoltre aggiungere che, proprio nell’era post-genomica e del NGS, si sta riaffermando sempre più nettamente il ruolo essenziale della bioinformatica, intesa nel senso più generale possibile, nell’analisi dei dati e soprattutto per la loro interpretazione in chiave strutturale e funzionale, come ponte proiettato verso le applicazioni mediche e biotecnologiche in generale.

     

    Giugno 2014



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