SPECIALE

Interview

 

 

Associazione Religiosa Istituti Sociosanitari

Words

Era necessario trovare un equilibrio fra le varie esigenze e questo equilibrio è stato fortunatamente trovato. Ma anche innescare un processo che diventasse, come poi è diventato, irreversibile per tutti i soggetti interessati siano essi istituzionali, professionali, burocratici ed economici

Il rapido progredire dell’innovazione nel settore medico, biologico, della diagnostica e della clinica richiedono al professionista sanitario il possesso di nuove conoscenze teoriche e pratiche sempre più adeguate. La formazione continua dà una risposta concreta a questa esigenza e assicura l’unitarietà del sistema salute del Paese

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    Raffaele d'Ari

    Segretario Generale ARIS

     

    Raffaele d’Ari, oggi Segretario Generale dell’Associazione Religiosa Istituti Sociosanitari (ARIS), è stato Vice Presidente delle prime Commissioni Nazionali per la Formazione Continua e tra i primi a credere nella necessità di un programma di educazione continua diretto a tutte le professioni sanitarie.

     

    In occasione dell’anniversario dei dieci anni della Commissione Nazionale per la Formazione Continua e dell’insediamento della nuova Commissione, ForumECM gli pone qualche domanda sulla “genesi” del Programma nazionale di Educazione Continua in Medicina ovvero sulle ragioni che portarono alla nascita di un Sistema di formazione ed aggiornamento professionale tanto innovativo quanto complesso e sulle difficoltà che questo incontrò nelle prime fasi di implementazione.

     

    La formazione continua in medicina, iniziata nel nostro Paese nel 2002, compie ormai dieci anni. Lei che è riconosciuto come uno dei “padri” dell’ECM italiana come vive questo anniversario?

     

    Con molta soddisfazione e un intimo orgoglio. Soddisfazione perché si è realizzato un progetto che all’inizio aveva più critici e agnostici che entusiasti sostenitori. Orgoglio per essere stato fra quelli che vi hanno creduto fin dall’inizio unitamente ai membri della Commissione Nazionale per la Formazione Continua. In particolare alcuni di loro: Vigneri, Tartaro, Pressato, Coggi, Messina, Spanò e la responsabile della Segreteria la dott.ssa Linetti con tutto il suo gruppo di collaboratori.

    Nel 2001 a Cernobbio parlai di una scommessa da vincere e l’abbiamo vinta.

     

    Ma com'è possibile che la formazione continua in medicina, accettata alla fine da tutti i soggetti interessati, sia stata istituzionalizzata in Italia solo nel 1999 con il decreto legislativo 229 e in base ad un criterio contenuto nella legge di delega molto confuso e generico.


    Questa è una vicenda che ho vissuto personalmente. Collaboravo con l’attuale Ministro della Salute, Prof. Balduzzi, allora responsabile della stesura del decreto legislativo e ho, così, contribuito alla stesura degli articoli originari sulla formazione continua. Questi articoli sono stati, poi, drasticamente ridotti per evitarne lo stralcio da parte della Presidenza del Consiglio, che non era per niente convinta di poter disciplinare la materia in base al principio contenuto nella delega. Il merito della sopravvivenza nel decreto legislativo della disciplina è certamente da attribuire al

    Prof. Balduzzi, che difese strenuamente le proposte del Ministero della Sanità.

     

    Sembra un segno del destino che chi ha contribuito in maniera così determinante all’introduzione nel nostro ordinamento dell’ECM veda, da Ministro della Salute, dopo dieci anni, il sistema di formazione continua ormai realizzato.


    Sono sicuro che per lui sia motivo di grande soddisfazione.

     

     

    Ragionando in cifre ad oggi quanti sono i Provider e gli eventi accreditati nella Regione Puglia?


    Il sistema di Accreditamento regionale dei provider si è attivato nel marzo 2011 e, ad oggi, sono diventati provider 4 Aziende Sanitarie (ASL di Bari, ASL di Taranto, Asl di Lecce e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Bari) e un ente pubblico; mentre hanno validato la domanda e sono in fase di valutazione e/o richiesta di integrazione 39 soggetti organizzatori.

    Relativamente al sistema di Accreditamento regionale dei progetti e degli eventi formativi, avviato nel mese di ottobre del 2010, ad oggi sono stati accreditati a livello regionale 391 percorsi formativi, cosi suddivisi:

    • 172 eventi formativi, organizzati da 34 soggetti
    • 219 progetti aziendali, organizzati da 18 soggetti.

    Ma non le sembrano comunque troppi dieci anni per realizzare compiutamente quel progetto. Non si poteva fin dall’inizio optare e quindi sperimentare direttamente l’attuale sistema di accreditamento dei Provider ECM?


    È questa un'obiezione che molti hanno fatto fin dall’inizio. Lei ritiene che se la Commissione Nazionale per la Formazione Continua non avesse adottato, nella costruzione del sistema, il criterio fondamentale di procedere a “tappe autonome e progressive”, anche se parti dello stesso progetto, noi avremmo oggi l’attuale sistema? Io non credo. Le varie corporazioni, coinvolte nella rivoluzione che è stata attuata in materia di formazione, per tutelare i loro legittimi interessi avrebbero finito certamente per coalizzarsi facendo naufragare il progetto. Gli interessi erano e sono ancora molti e molto rilevanti. Era necessario trovare un equilibrio fra le varie esigenze e questo equilibrio è stato fortunatamente trovato. Ma anche innescare un processo che diventasse, come poi è diventato, irreversibile per tutti i soggetti interessati siano essi istituzionali, professionali, burocratici ed economici.

     

    Dopo dieci anni dall’avvio del Sistema pensa che le motivazioni che portarono alla realizzazione del Programma ECM siano ancora valide?


    Certamente si. Nella quasi totalità degli Stati moderni la formazione continua è rimessa alla responsabilità del singolo professionista. Si verifica così una manifesta contraddizione. Lo Stato si preoccupa di assicurare standard uniformi di formazione di base per tutti i professionisti, abilitandoli alla professione attraverso un esame di stato o un diploma o una laurea abilitante. Poi sostanzialmente si disinteressa della permanenza nel tempo delle sue capacità professionali e della congruità delle stesse in relazione alle mutate esigenze assistenziali. Al contrario il rapido progredire dell’innovazione nel settore medico, biologico, della diagnostica e della clinica richiedono al professionista sanitario il possesso di nuove conoscenze teoriche e pratiche sempre più adeguate.

    La formazione continua dà una risposta concreta a questa esigenza e assicura l’unitarietà del sistema salute del Paese.

     

    Mi consenta, infine, una domanda che potrà sembrarle provocatoria. Lei, da ministeriale, condivide la sostanziale sottrazione delle competenze in materia di formazione continua al Ministero della salute a la sua attribuzione all’Agenas?


    Dopo la legge costituzionale n. 3 del 2001 e la sentenza della Corte Costituzionale del 2006 la soluzione adottata era forse l’unica possibile. Importante in materia non è l’organo che gestisce il Programma ECM, ma come viene gestito. E su questo ho la massima fiducia nell'Agenas e nella Commissione Nazionale per la Formazione Continua anche perché ho avuto la possibilità di apprezzare personalmente le grandi capacità professionali e l’equilibrio nelle scelte operative di molti suoi componenti.

     

    Lei ritiene che il Programma dell’ECM debba ritenersi ormai pienamente attuato?


    No. C’è ancora molto da lavorare non fosse altro per validare ed aggiornare la disciplina adottata in base all’esperienza acquisita e per adeguarla alle opportunità che le nuove tecnologie consentiranno soprattutto nella FAD. Auguri quindi di buon lavoro alla nuova Commissione che si è insediata da poco.

     

    Lei è da ormai diversi anni Segretario Generale nazionale dell’Associazione Religiosa Istituti Sociosanitari, un’importante realtà che conta più di 300 associati. L’ARIS ha partecipato attivamente insieme con il CISEF di Genova alla terza edizione della Conferenza Nazionale sulla Formazione Continua in Medicina di Cernobbio, a testimoniare un’attenzione verso la tematica della formazione. Quali sono i programmi in tema di formazione sanitaria dell’Associazione?


    In materia di formazione continua l’Associazione ha fatto una duplice scelta strategica. Da una parte privilegiare lo strumento della Formazione a distanza. Dall’altro limitare il suo impegno alle materie formative di interesse generale e interprofessionale. La Formazione a distanza è per un’associazione come l’ARIS una scelta sostanzialmente obbligata per potere offrire a tutti gli associati e federati, grandi e piccoli delle varie località italiane, ulteriori opportunità di aggiornamento del proprio personale a costi molto contenuti.

    Le tematiche che intendiamo trattare sono quelle concernenti l’etica, l’umanizzazione e la deontologia professionale, con la finalità anche di promuovere negli operatori sanitari la condivisione degli indirizzi propri della concezione cristiana dell’uomo e della vita, in coerenza con i crismi delle nostre istituzioni.