FORMAZIONE A DISTANZA

Interview

 

 

Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino

Words

La diffusione delle tecnologie e il loro uso hanno modificato il modo di comunicare e di apprendere, in particolare abbiamo l’introduzione di due nuove modalità formative, alternative o ad integrazione delle forme preesistenti in aula e sul campo: l’apprendimento attraverso l’autoistruzione e l’apprendimento come costruzione sociale della conoscenza

 

Esposito

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    Antonella Esposito

     

    Direttore Sviluppo Risorse Umane

     

    ForumECM pone alcune domande sulla formazione a distanza ad Antonella Esposito, Responsabile Formazione dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni Battista, confluita da luglio nell’Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino.

     

    In che modo la tecnologia ha cambiato il modo di informare e formare i professionisti?

     

    La diffusione delle tecnologie e il loro uso hanno modificato il modo di comunicare e di apprendere, in particolare abbiamo l’introduzione di due nuove modalità formative, alternative o ad integrazione delle forme preesistenti in aula e sul campo: l’apprendimento attraverso l’autoistruzione e l’apprendimento come costruzione sociale della conoscenza. Nel primo caso si prediligono strumenti di authoring e di distribuzione dei contenuti; nel secondo caso invece strumenti che permettono la collaborazione: forum, chat, wikipedia, glossari e internet, ossia spazi d’interazione sociale e di collaborazione, dove poter apprendere con gli altri seguendo la prospettiva teorica del costruttivismo sociale. Nel primo caso la centralità è sui materiali, nel secondo caso la centralità è sul discente in sinergia con il gruppo. In ogni caso una non esclude l’altra.

     

     

    Pensa che la formazione a distanza sia una valida alternativa rispetto alla formazione sul campo per la tematica trattata?

     

    Per argomenti a contenuto “chiuso” quali: principi scientifici, normative, protocolli, etc., la FAD in autoformazione con corsi “web based training” e “computer centered”, si pone in valida alternativa alla formazione sul campo anche con percorsi autoconsistenti e conclusivi sul contenuto stesso. Viene generalmente percepita efficiente dagli organizzatori, mentre dai corsisti, se sufficientemente interattiva, è ritenuta piacevole, flessibile e sostanzialmente utile anche se con un livello d’impatto sociale basso di significatività. Per argomenti a contenuto “aperto” quali ad esempio: problematiche e percorsi di problem solving clinici e assistenziali, confronti sulle pratiche professionali “peer review”, etc., la FAD si pone in valida alternativa se proposta con strategie di “computer supported collaborative learning” anche con percorsi conclusivi sul contenuto stesso. Viene generalmente percepita poco efficiente dagli organizzatori, mentre dai corsisti è ritenuta un’esperienza inizialmente ansiogena ma, se sufficientemente supportata dai tutor, complessivamente piacevole, flessibile, molto utile e con un livello d’impatto sociale alto di significatività. Sempre per argomenti a contenuto “aperto” la FAD può rappresentare inoltre un valido strumento di integrazione a momenti d’aula o di formazione sul campo se proposta in autoformazione con corsi “web based training” e “computer centered”. Utile come “advance organizer” - attivazione e sistematizzazione di preconoscenze - a scopo propedeutico a successivi momenti formativi. La FAD di questo corso è in autoformazione “web based training” e “computer centered” anche se alcuni argomenti qui trattati, ad esempio il consenso informato, possono essere di carattere “aperto”. Questa modalità è stata scelta sostanzialmente per gli aspetti di efficienza e appeal, al fine di stimolare la partecipazione e superare il “gap di intenzionalità” di cui soffrono tutti i corsi obbligatori per legge.

     

     

    Quali sono secondo lei le caratteristiche fondamentali per rendere efficace un evento FAD?


    Sono quattro i percorsi che contraddistinguono la realizzazione efficace dei corsi FAD. Prima di tutto è necessario seguire un percorso istituzionale con lo scopo di ricercare non solo una chiarezza formale dei ruoli quali: committente, referente, responsabile scientifico, progettista, etc., ma anche la condivisione partecipata di regole: autorizzazioni, copyright/copyleft, modalità di fruizione, in servizio/fuori servizio, etc. ed infine di utilizzare, quando ci sono, finanziamenti mirati e finalizzati. Poi un percorso progettuale basato su criteri e percorsi di qualità per la definizione di obiettivi, risorse e tempistiche - macro e microprogettazione - sia per verifiche interne (ISO) sia esterne (accreditamento ECM). Un percorso didattico che attraverso l’uso di appropriate strategie supportate dalla tecnologia - principi di Educational Technologist -, e di materiali idonei - attività e principi di Instructional Design - non si limita alla predisposizione di materiali ma concepisce, dove possibile e opportuno, percorsi “team centered”, basati sulle attività in rete e sulle interazioni. Quando possibile è importante utilizzare la formula blended (FAD + aula o FSC). Ed infine un percorso tecnologico che utilizza ambienti d’apprendimento adeguati agli utenti, ai gestori e alla tipologia di corso, con già risolte le problematiche legate ai flussi di dati quali ad esempio: anagrafiche, registrazioni, reportistiche, ecc. Altra cosa importante è quella di analizzare sempre prima l’adeguatezza delle risorse.

     

     

     

     



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