FORMAZIONE UNIVERSITARIA

Interview

 

 

Alma Mater Studiorum, Università degli studi di Bologna

Words

Le criticità economiche pesano sul ruolo e sull’immagine del farmacista sia di comunità, sia ospedaliero, sia operante nelle aziende farmaceutiche. Questi nuovi scenari richiedono un’evoluzione dei ruoli del farmacista, che si fondi su un’attenta revisione ed aggiornamento del percorso formativo offerto dall’Università

 

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    Prof. Maurizio Recanatini

    Direttore del Dipartimento di Farmacia e Bioteconologie

     

    ForumECM intervista Maurizio Recanatini, trentino classe 1953, che dopo aver conseguito la sua laurea in Chimica presso l’Università di Bologna nel 1978 ha inizialmente avviato la propria attività professionale operando presso istituzioni italiane ed estere, tra le quali il Dipartimento di Chimica del Pomona College a Claremont, in California. Nel 1983 è diventato Ricercatore della Facoltà di Farmacia dell’Università di Bologna. È stato più volte responsabile di Unità di Ricerca in Progetti di interesse nazionale. Il suo campo di ricerca scientifico riguarda soprattutto la progettazione di molecole biologicamente attive e lo studio di sistemi biologici. I campi terapeutici ai quali ha rivolto e rivolge prevalentemente il suo interesse sono la malattia di Alzheimer, il cancro e la tossicità cardiaca dei farmaci.

     

    Fa parte del Consiglio Direttivo della Divisione di Chimica Farmaceutica della Società Chimica Italiana per il triennio 2013-2015, dell'Education and Training Committee dell'European Federation for Medicinal Chemistry e dal maggio 2012, è Direttore del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell'Alma Mater Studiorum.

     

    Ad oggi, alla luce dei progressi avvenuti nella medicina, quali sono secondo lei i fabbisogni formativi del giovane farmacista?

     

    Il settore farmaceutico vive una profonda evoluzione legata a cambiamenti istituzionali, sociali e di mercato: dalla necessaria armonizzazione con le politiche europee al contenimento della spesa farmaceutica, dalla richiesta di collaborazione alle farmacie per l’erogazione di nuovi servizi assistenziali all’evoluzione della società italiana, che necessita di un rinnovato rapporto tra le professioni sanitarie e i pazienti.

     

    Le criticità economiche pesano sul ruolo e sull’immagine del farmacista sia di comunità, sia ospedaliero, sia operante nelle aziende farmaceutiche. Questi nuovi scenari richiedono un’evoluzione dei ruoli del farmacista, che si fondi su un’attenta revisione sull’aggiornamento del percorso formativo offerto dall’Università.

     

    Le discipline tradizionali del settore chimico-farmaceutico, farmacologico e tecnologico rimangono fondanti per la formazione dei giovani farmacisti; tuttavia, si è recentemente iniziata una riflessione critica che dovrebbe portare, nel giro di un anno, ad una revisione del corso di laurea con l’inserimento di insegnamenti volti ad approfondire specifiche conoscenze utili a caratterizzare le scelte post-laurea dei futuri farmacisti. Un elemento culturale che inciderà sulle rinnovate competenze professionali è la predisposizione a considerare la salute non assenza di malattia, ma benessere, aspetto che amplia le possibilità di intervento del farmacista nella farmacia di comunità e nelle strutture sanitarie.

     

    Per chi si indirizzerà verso la farmacia di comunità sarà anche utile acquisire conoscenze integrate delle patologie e delle terapie farmacologiche, di fitoterapia, dei farmaci di origine naturale e biologica nonché manageriali, comunicative ed organizzative. Per il farmacista che opererà in strutture sanitarie sarà utile acquisire, ad esempio, competenze professionali nell’ambito del risk management; mentre chi opererà in imprese farmaceutiche, potrà completare la formazione acquisendo competenze nell’area della ricerca clinica o della produzione.

     

    Già oggi, e sempre di più ciò sarà vero in futuro, è difficile parlare di professione del farmacista in chiave univoca, sarebbe più corretto parlare di “professioni” del farmacista: attività svolte e competenze richieste sono significativamente differenziate non solo a seconda dei ruoli che il professionista riveste, ma anche del contesto istituzionale e delle strategie dell’azienda in cui opera.

     

    In che modo il vostro Dipartimento sopperisce a tali bisogni?

     

    In attesa di una riforma organica del corso di studio in Farmacia, il nostro Dipartimento per venire incontro alla richiesta di competenze multidisciplinari per la professione del farmacista, ha incentivato le attività a libera scelta dello studente per consentire l’acquisizione di specifiche conoscenze tecnico-scientifiche avanzate e cognitive diversificate, quali le conoscenze di farmacoeconomia, di epidemiologia, di nutraceutica, di terapie innovative dei disturbi metabolici nonché di conoscenze di strumenti relazionali, manageriali e gestionali della farmacia di comunità.

     

    A queste poi, si aggiunge la possibilità per gli studenti di approfondire la lingua inglese, ormai fondamentale non solo per chi opera nel settore della produzione e della distribuzione, ma anche per chi opera nelle aziende sanitarie e in farmacie di comunità.

     

    Per quali motivi uno studente dovrebbe scegliere di studiare proprio al Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università degli studi di Bologna, Alma Mater Studiorum?

     

    I Corsi di Studio in Farmacia dell’Ateneo bolognese sono da sempre ai vertici nelle classifiche nazionali redatte da enti e giornali che valutano i diversi aspetti dell’offerta universitaria. Nel nostro caso, la ben nota ospitalità bolognese si sposa all’elevato livello della ricerca che si svolge nel Dipartimento e alla cura nel definire percorsi didattici in linea con le richieste del mondo del lavoro e della professione.

     

    Gli studenti sono seguiti fin dall’inizio della loro carriera attraverso la realizzazione di una serie di iniziative che ne favoriscono l’inserimento e il proseguimento degli studi. Ad esempio, il Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie, proseguendo la politica della ex Facoltà di Farmacia, istituisce un servizio di “tutor” per gli studenti del primo anno che hanno difficoltà nel seguire i corsi di fisica, matematica e chimica generale ed inorganica e programma “precorsi” per le matricole, svolti prima dell’inizio delle attività didattiche, così da consentire un primo contatto con gli argomenti oggetto di corsi fondamentali del primo anno e da colmare eventuali lacune.

     

    Gli studenti possono poi partecipare ai programmi Erasmus per lo svolgimento di un periodo di formazione presso università europee per frequentarvi corsi previsti nel loro curriculum o per svolgervi una parte del tirocinio curriculare. Infine, sono anche disponibili fondi per lo svolgimento di parte della tesi sperimentale in qualificati laboratori di ricerca europei ed extraeuropei.

     

    Che ruolo ha il Dipartimento nella formazione post-specializzazione?

     

    La recente riforma dell’Università riserva un ruolo specifico ai corsi post-lauream, come i Dottorati di Ricerca e le Scuole di Specializzazione. Il Dipartimento di Farmacia e BioTecnologie ha attivato due corsi di dottorato nell’area della biologia, delle biotecnologie e delle scienze del farmaco, con l’obiettivo di incentivare la formazione dei laureati interessati a queste tematiche di ricerca in ambito accademico ed industriale.

     

    È anche attiva una scuola di specializzazione in Farmacia Ospedaliera che fornisce una formazione specifica per i farmacisti interessati ad operare nelle farmacie ospedaliere e nei servizi farmaceutici territoriali.

     

    Infine, il Dipartimento promuove master di primo e di secondo livello nel settore delle scienze del farmaco.

     

    29/10/2013



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