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Interview

 

 

Fondimpresa

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L’obiettivo di sempre è rispondere in modo adeguato alle esigenze delle imprese di ogni settore riguardo alla formazione. Esigenze che sono diventate, in questi dieci anni di attività del Fondo, più complesse e più mature e che sono in continuo mutamento perché devono seguire le tendenze del mercato

 

Calibriamo via via gli strumenti per renderli funzionali ad una domanda più massiccia e, soprattutto, più matura e diversificata

 

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    Amarildo Arzuffi

    Direttore Area Formazione Fondimpresa

     

    ForumECM ha voluto sentire il parere di Amarildo Arzuffi, Direttore Area Formazione di Fondimpresa, circa gli ostacoli incontrati nel settore sanitario, le azioni e gli strumenti messi in campo dalla loro azienda e gli obiettivi prefissati per quest’anno.

     

    Quali sono, a suo parere, gli ostacoli che incontra nel settore sanitario un sistematico utilizzo dei Fondi interprofessionali ?

     

    Per le aziende del settore, il ricorso alle possibilità di finanziamento della formazione offerte da Fondimpresa è una pratica pienamente consolidata. Le imprese, iscritte al nostro Fondo, utilizzano con assiduità il proprio Conto formazione, che consente una gestione diretta dei progetti formativi, e prendono ampiamente parte ai piani finanziati dagli Avvisi: parliamo - solo per quest’ultimo aspetto - di oltre 41.000 lavoratori formati, di più di 1.300 aziende e di un monte ore vicino alle 900 mila. Le imprese sanitarie aderenti sono circa 3.700, con 100.000 lavoratori: più o meno un terzo del totale. Siamo, insomma, uno stabile punto di riferimento per un settore che ha dovuto affrontare in questi anni una domanda più elevata di servizi socio-assistenziali ed ha dovuto adeguare in tal senso le competenze.

    Questa domanda crescente ha trovato in Fondimpresa strumenti efficaci e duttili, a cominciare dal doppio canale di finanziamento - che non tutti i Fondi interprofessionali offrono - certamente un elemento di forte adattabilità alle esigenze delle imprese.

     

    Quali per lei le azioni e gli strumenti che è necessario mettere in campo a livello di sistema per arrivare ad un effettivo impiego delle grandi risorse finanziarie a disposizione del settore?

     

    Sia le imprese del settore sanitario che quelle di tutti gli altri settori, hanno ormai maturato un’adeguata attenzione alla formazione e una familiarità di rapporto con il nostro Fondo, tanto è vero che Fondimpresa spende ogni anno tutte le risorse a disposizione.

    Le richieste che arrivano per i nostri Avvisi di finanziamento superano di tre volte le risorse a disposizione. Questo avviene perché la domanda di formazione in questi dieci anni è cresciuta, sia per necessità strutturali sia per la presenza di un sistema che permette di finanziarla con rapidità ed efficacia. Ciò naturalmente è positivo ma evidenzia che la quota dello 0,30% è ormai insufficiente a far fronte alla necessità delle aziende di investire sul capitale umano. Quando si riesce ad avviare un buon circuito di formazione, davvero continuo, le cifre oggi a disposizione risultano totalmente inadeguate. Il paragone con Paesi come Francia o Germania, lo dimostra.

     

    Se parlando con il responsabile formazione o HR di un'azienda sanitaria, ovviamente privata, dovesse sintetizzare attraverso tre o quattro parole lo strumento dei Fondi interprofessionali per convincerlo ad impiegarli quali userebbe?

     

    Non userei parole chiave ma un concetto chiave: preferisci non sapere che fine fa il contributo dello 0,30 che comunque versi in busta paga per la formazione o saperlo e avere voce in capitolo per esprimere le esigenze emergenti nel tuo settore?

    Oppure userei due numeri: su nove milioni di lavoratori occupati nelle aziende italiane iscritte ai Fondi, 4,5 sono in Fondimpresa. Un motivo ci sarà.

     

    Quali sono i principali obiettivi di Fondimpresa per quest’anno?

     

    L’obiettivo di sempre è rispondere in modo adeguato alle esigenze delle imprese di ogni settore riguardo alla formazione. Esigenze che sono diventate, in questi dieci anni di attività del Fondo, più complesse e più mature e che sono in continuo mutamento perché devono seguire le tendenze del mercato. Negli ultimi anni, per esempio, è più marcato il fabbisogno di nuove competenze, legate alle spinte dell’innovazione sia tecnologica che organizzativa. Quindi calibriamo via via gli strumenti per renderli funzionali ad una domanda più massiccia e, soprattutto, più matura e diversificata. Adesso, in particolare, dobbiamo anche adeguarli alla nuova normativa comunitaria. Ed è un impegno già in corso.

     

    Giugno 2014



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